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« J’ai fait entrer un éléphant dans mon séminaire…»

« J’ai fait entrer un éléphant dans mon séminaire…»

In previsione del seminario di Marc Morali l’11 novembre 2023 da titolo Il rovescio della medaglia, pubblichiamo qui un breve estratto di un testo pubblicato in Désir et responsabilité de l’analyste face ą la clinique actuelle (2013), sotto la direzione di Jean Pierre Lebrun per i tipi delle edizioni Érès.

Un’altra metà del cielo. Lacan e l’omosessualità femminile

Un’altra metà del cielo. Lacan e l’omosessualità femminile

Il caso della giovane omosessuale è una pietra angolare nella clinica dell’omosessualità femminile [1]. Lacan parla della giovane omosessuale sino al 1968, anno del Seminario XV L’atto analitico dove affronta la questione dell’inconscio menzognero a proposito dei sogni riferiti dalla giovane paziente. Poi si perdono le tracce di questo caso clinico caratterizzato dal confronto fra due padri. Un padre che contrariamente a Freud soffre su un piano della sua reputazione sociale dell’omosessualità della figlia, o dichiara di soffrirne e si comporta come se fosse vero, e Freud che, al contrario, proprio negli stessi anni non sembra preoccuparsene troppo. Anna, che si dedicherà tutta la vita al padre, diventerà il primo presidente dell’IPA, con un’accettazione sociale e semipubblica della sua scelta sessuale.

Un commento al libro di Eleonora De Nardis “Sei mia”

Un commento al libro di Eleonora De Nardis “Sei mia”

È un libro sulla violenza psicologica e fisica di un uomo nei confronti di una donna, che definisce “sua”.

Dietro i fatti ci sono i meccanismi psichici che agiscono sugli attori e questo è l’aspetto su cui più ci interroghiamo nei casi di violenza.

Qual è il meccanismo psicologico che fa interagire i due protagonisti e che sostiene tutta la vicenda?

Come dice ad un certo punto una terapeuta consultata da Elisabetta, la protagonista, la donna abusata, ci vuole una certa complicità da parte della vittima per permettere violenze reiterate, denunce fatte e poi ritirate così come l’esporsi al rischio di essere ammazzata.

Su questa “complicità” voglio soffermarmi. La metto tra virgolette perché in genere è definito “complice” il rapporto tra un uomo violento e una donna che si lascia sottomettere. Forse però il termine non è appropriato perché la complicità sottintende anche un obiettivo comune che invece, in questo caso, è del tutto assente.

Il Disagio della civiltà dal mantello di san Martino a La dolce vita

Il Disagio della civiltà dal mantello di san Martino a La dolce vita

Una riflessione dal capitolo XIV del seminario di Lacan L’etica della psicanalisi.

Abstract: L’episodio evocato da Lacan dell’incontro tra San Martino e il mendicante ci offre uno spunto di riflessione e di lavoro, la possibilità di un non incontro tra il bene presunto (in questo caso di san Martino) e quello di un altro (il mendicante).

Intervento al terzo incontro di ALI in Italia su L’Etica della psicanalisi

Il punto di partenza per questa riflessione è la citazione presente nel capitolo XIV del Seminario VII L’Etica della psicoanalisi in cui Lacan parla dell’amore per il prossimo e più precisamente dell’episodio di san Martino (pag. 219 e seguenti).

​Ricordiamo brevemente l’episodio di san Martino: un giorno, quando Martino è ancora un soldato romano, incontra un povero. Senza pensarci, taglia con la spada il proprio mantello e lo offre al mendicante; immediatamente il sole si alza in cielo e la temperatura si scalda. La notte successiva, Martino ha una visione: Gesù gli fa visita e gli riporta il pezzo mancante del suo mantello. Al risveglio, il mantello è nuovamente intatto; a seguito di questo episodio, Martino decide di farsi battezzare, di lasciare l’esercito e di prendere i voti (e diventerà vescovo nell’anno 372 a Tours).

Questo episodio ci fa riflettere su due aspetti: il primo, più vicino al piano etico, evidenzia una divisione tra il nostro (presunto) bene e il bene dell’altro a cui non è allineato. Lacan pone la questione di come queste due posizioni potrebbero non incontrarsi mai; ci suggerisce, inoltre, che il povero potesse forse mendicare qualcos’altro: forse voleva che san Martino lo uccidesse o anche che lo fottesse, e quindi non volesse necessariamente essere aiutato come san Martino ipotizzava. Ecco qui un primo spunto di riflessione e di lavoro, la possibilità di un non incontro tra il bene presunto (in questo caso di san Martino) e quello di un altro (il mendicante).

Libri

Seminari

OBLIO E FUNZIONE DEL NOME

Il dottor Cacho stasera ci parlerà di un tema che in qualche modo abbiamo affrontato ma che naturalmente lui tratterà a suo modo, con la ricchezza che gli è propria. Il titolo che ha voluto dare alla sua conferenza è «Oblio e funzione del nome». Se qualcuno di voi avesse letto l’annuncio sul «Corriere della Sera» naturalmente si sarà reso conto che è sbagliato, era «Oblio e dimenticanza del nome», che comunque non è dispiaciuto come lapsus al dottor Cacho, e di questo poi ci vorrà parlare. Dunque, gli lascio senz’altro la parola.

La sessualità femminile secondo Jones, Freud e Lacan

Seminario tenuto nel quadro degli insegnamenti dell’ALI Milano
Abstract: Lacan ha cercato di conciliare le posizioni di Jones e di Freud. La posizione di Freud è quella di mantenere il primato del fallo anche per la ragazza, senza cadere nella posizione di Jones per cui la questione non è tutta nel possesso del clitoride o del fallo. In Lacan ci sono due posizioni non incompatibili a proposito della questione del fallo: una posizione nei confronti del fallo simbolico in quanto mancante, e la posizione del fallo in quanto positivizzato (posizione necessariamente perversa affinché il desiderio possa prodursi, avanzare).

Le perversioni

Lo studio della psicosi ci rivela cos’è la struttura della parola e tutte le manifestazioni delle psicosi non sono riservate ai malati mentali, ma ci riguardano tutti perché si tratta solamente della decomposizione della funzione della parola e della funzione del significante. Allo stesso modo le perversioni ci mostrano che cosa ne è della struttura del desiderio, struttura del desiderio ordinario del nevrotico.